UNA GIOVANE COPPIA ALLE PRIME DIFFICOLTA’ DI CONVIVENZA
Marzo 2016. Buongiorno Loredana,
le invio questa breve riflessione che mi è venuta dopo il nostro incontro di sabato scorso. L’ho scritta pensando anche a Marco, per cui mi rivolgerò a voi come coppia.
Cara Loredana e caro Marco,
ecco alcuni spunti su cui potete riflettere personalmente e, se vi va, poi scambiarvi le impressioni reciprocamente. Mi sono permesso di iniziare col “caro”, perchè realmente mi siete cari tutti e due; e provo per voi quell’affetto di un uomo sui 60 ed oltre che guardando voi rivede alcuni aspetti della propria storia personale e sentimentale.
Avete iniziato da poco tempo la vostra convivenza. Certo, nei vostri progetti e nella vostra fantasia avevate immaginato cose ben diverse da quelle attuali. Lei Marco, aveva avviato coi suoi soci una attività di cui ne andava fiero e che, dalle descrizioni riportate da Loredana, rispecchiava grande maturità professionale e umana. Loredana ha incontrato un uomo emancipato e solido oltre che amorevole e gentile. Lei, a sua volta, mi pare che abbia visto in Loredana, non la solita ragazzina tutta moine e con poca sostanza, ma una giovane donna con una carica emotiva potente ed una intelligenza acuta. Non solo, una donna con alcune fragilità che lei poteva sanare. Infatti, io ho sempre pensato che lei Marco sia stato e sia anche oggi il mio aiuto-terapeuta e lo affermo con convinzione.
Poi le cose sono andate in modo negativo per tutti e due. Lei Marco è stato defraudato in modo ignobile non tanto del suo lavoro (infatti la sua ottima competenza professionale le ha permesso di trovare subito un altro impiego), ma della “sua creatura”. Quel locale era davvero qualcosa di suo e perderlo è stata dura. Temo, che questa suo attaccamento eccessivo ai suoi spazi personali in casa e la sua rivendicazione di voler mantenere la disposizione degli oggetti in un modo invece che in un altro ecc. ecc. (rivedetevi il film dei vostri litigi quotidiani) altro non sia che espressione dell’amarezza e della rabbia provata da questa vicenda. Insomma lei ha perso qualcosa di più, un ruolo, una posizione sociale, un riconoscimento … perdendo quel “locale”! E oltre alla rabbia c’è anche il rincrescimento che comporta.
Lei Loredana, invece, nel recente e grave incidente che ha subito si è trovata di fronte alla morte. Ha dovuto resettare tutto e, nell’attimo in cui ha riaperto gli occhi e si è sentita miracolosamente integra, ha cominciato a rivedere la scala dei suoi valori. Prima, quella cosa lì, quel rapporto là, quell’amicizia, quell’affare… aveva un’importanza massima… dopo cambiava di posizione. E’ normale, succede così quando si schiva la propria morte. Ed è normale che lei Loredana, abbia investito la sua potenzialità affettiva nel cardine della sua esistenza di oggi. In Marco. Ed abbia immaginato non solo una convivenza, ma una “comunione” dei sentimenti e delle cose pratiche, degli oggetti di casa e del vostro stesso tempo di coppia.
Quando parlo di comunione non intendo l’aspetto giuridico (messa in comune del conto corrente o proprietà), ma parlo delle cose che vengono prima: i sentimenti che ogni giorno provate. Con una avvertenza: quelli negativi spostateli nei momenti in cui siete calmi e disponibili a discuterne; quelli positivi, fatti di gesti amorevoli dovreste moltiplicarli perchè ne avete bisogno entrambi. E se non lo fate voi neanche il padreterno può farlo al posto vostro. Passare così velocemente, come è accaduto a voi, dalla luna di miele del vostro innamoramento alla delusione che qualsiasi convivenza comporta è particolarmente impegnativo. Normalmente questo processo avviene con tempi più dilatati e quindi è più facile elaborarlo. Sì perchè quando si inizia a convivere è come fare un “tirocinio”!
I segnali che l’elaborazione è bloccata li conoscete anche voi. Quando per esempio scattano i divieti reciproci (le password sui cellulari ed altro ancora) in un crescendo di ripicche che proseguono in modo distruttivo, vale la pena di fermarvi. Immaginarvi di essere seduti in poltrona in una bella multisala a vedere un film con voi due protagonisti nella vita di coppia e poi decidere: è un film comico? Allora i litigi sui tovaglioli o la carta igienica, o la luce spenta, le mie abitudini e le tue che proprio non mi vanno giù… mi faranno sorridere e riconsiderare il mio partner in modo diverso. E’ un film drammatico? Allora gli stessi litigi di sopra mi porteranno alla ripicca, alla vendetta, al rancore…
“La vita è bella. Ma per gustarla, devo coltivarla con cura e portarla alla bocca quando è… matura!”
Ho il copyright su questa battuta, ma se ve la stampate in corpo 96 e ognuno se la legge ogni mattina e la recita come un mantra quando sente che si avvia il solito litigio, vi assicuro che aiuta.
Auguro a voi una buona giornata.
dott. Oriani